Il mio metodo di lavoro

Bene, sono felice che hai scelto di farti seguire da me! Per il primo appuntamento, la scelta dell’orario e del giorno è accompagnata dalla comunicazione di altre informazioni utili, come per esempio i costi, la durata della seduta, l’indirizzo dello studio, e così via. In genere, il quesito con cui la seduta comincia ha a che fare con l’individuazione del problema che ha indotto il paziente a rivolgersi allo psicologo. Un paio di scambi più informali, ad ogni modo, possono risultare preziosi nel caso in cui ci si interfacci con una persona in imbarazzo, in difficoltà o in stato di agitazione. Non temere e relazionati come se ti stessi rivolgendo ad un amico.

 

Comprendere il problema

Per capire il tuo problema in tutte le sue sfaccettature ti ascoltarò con attenzione e, ovviamente, porrò delle domande. Ogni tre o quattro interrogativi ripeterò sintetizzando ciò che ho appreso fino a quel momento, riassumendo la situazione che è stata illustrata. Gli obiettivi che possono essere raggiunti grazie a questa procedura sono molteplici: per esempio, il paziente ha la possibilità di esaminare il problema osservandolo da una prospettiva diversa, cioè attraverso gli occhi di un’altra persona; in questo modo, è molto più semplice schiarirsi le idee. Inoltre i riassunti periodici servono anche a confermare la rotta intrapresa, a verificare che si sia sulla stessa lunghezza d’onda ed eventualmente ad apportare delle correzioni laddove esse si dovessero rivelare necessarie. Nel momento in cui si analizza e si spiega un problema con parole nuove, la difficoltà può essere affrontata con un approccio differente.

 

Cosa c’è che non va?

Comprendere che cosa non va vuol dire cogliere i motivi e le problematiche che portano sofferenza. Sono due le grandi categorie di ragioni a cui può essere ricondotta ogni situazione: la prima ha a che fare con il modo in cui si osserva il mondo, mentre la seconda riguarda i comportamenti che si adottano.

Nel corso del primo incontro, non è sufficiente limitarsi a comprendere il problema, ma occorre anche riuscire a farsi un’idea a proposito del modo in cui il paziente osserva e interiorizza la realtà che lo circonda. Inoltre è importante lo sguardo che si ha nei confronti di sé stessi e del proprio rapporto con le altre persone. Tra le informazioni più preziose che vale la pena di cogliere, ci sono quelle relative alle relazioni tra il paziente e il mondo in cui vive. Può capitare, per esempio, che l’immagine che si ha di sé stessi sia tutt’altro che positiva; oppure può succedere di credere di non essere alla pari delle altre persone; o, ancora, può accadere che non ci si senta in grado di intrattenere dei rapporti sani con gli altri. In molte circostanze, un approccio di questo tipo si può trasformare in un limite, e al tempo stesso è il punto di partenza a partire dal quale si sviluppano sintomi di carattere psicologico, che a seconda dei casi possono avere la forma di ipocondria, di umore depresso, di attacchi di panico o di psicosi, che non sono altro che fughe dalla realtà, che viene considerata come una minaccia.

 

La strategia

Nel corso dell’incontro, non ci si limita a proporre degli interrogativi, ma vengono offerte anche delle prospettive nuove, vale a dire un modo inedito di vedere le cose. Avendo a che fare con possibili soluzioni, ci si trova alle prese con indicazioni utili che meritano di essere messe a frutto. Tra i fiori all’occhiello della maggior parte delle terapie brevi c’è la possibilità di usufruire di consigli che vengono forniti al termine della seduta, e che riguardano azioni da compiere in vista della seduta successiva. Si tratta di una soluzione innovativa che è stata adottata dalla terapia breve strategica, grazie alla quale le persone vengono poste nelle condizioni di sbloccare in tempi più brevi i propri problemi.

 

In conclusione

La caratteristica peculiare delle terapie brevi va individuata nel fatto che già nell’intervallo di tempo tra la prima e la seconda seduta si riscontra un miglioramento, l’entità del quale dipende sia dal soggetto che dal problema. I compiti che vengono assegnati ai pazienti possono essere considerati come degli strumenti di feedback, che permettono di capire come sta la persona.

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